Crohn e vita sentimentale

[sarina84]

A volte mi metto nei panni del mio ragazzo e mi rendo conto che stare accanto a me, soprattutto quando sono in fase acuta non è semplice.
A parte il malessere fisico, anche la voglia di non far nulla se non dormire, di non uscire, isolarmi e a volte autocommiserarmi.
E' da 7 anni che stiamo assieme e quando ci siamo conosciuti ero sana come un pesce. A volte mi domando se per caso si stancasse mai di me proprio per questo motivo; già è difficile convivere con l'rcu e senza di lui (il mio bastone) sarebbe molto peggio.
Però penso che l'Amore (con la A maiuscola) possa passar sopra a tante cose...

[yuna79]

Martedì saranno 11 anni che io e mio marito stiamo insieme. Siamo cresciuti insieme e ne abbiamo passate davvero tante, ma sempre uniti. Non ci siamo mai lasciati. Abbiamo affrontato problemi familiari, abbiamo pianto la scomparsa di persone per noi importanti, problemi di salute, i miei stress all'università poi nel lavoro, i suoi per farsi spazio e farsi un buon nome nel suo lavoro. Io non sapevo di essere malata, anche se i segni già c'erano, e lui mi era sempre accanto, era lì quando mi hanno trovato il primo fibroadenoma al seno che è un tumore benigno, oggi ne ho quattro, ma era lì a condividere la paura finchè non è arrivato il risultato dell'istologico, io ero con lui quando ha subito una delicata operazione. Non ci siamo separati neppure quando abbiamo scoperto, prima del matrimonio, che le nostre possibilità di avere un figlio erano inferiori alla norma.

Ovviamente abbiamo condiviso anche tante gioie.
Nel settembre 2007 ci siamo sposati e 8 mesi dopo io ho avuto l'emorragia che ha portato alla diagnosi di Crohn. Lui non mi ha lasciata un secondo, non ha mai dato segni di insofferenza anche se per lungo tempo la nostra vita ha subito tagli drastici, ha imparato a fare ancora più cose in casa per far sì che io mi stancassi meno, ha passato notti sveglio con me a sostenermi durante le crisi per poi andare a lavorare, avendo dormito mezz'ora magari, si è adattato alla nostra nuova vita. C'è stato un momento di forte insicurezza in me, nel cercare di metabolizzare tutto, in cui ho avuto paura di perderlo, avevo paura che si sarebbe stancato di tutto questo e di tutti i disturbi che si sono concatenati in questi due anni. Ma ha saputo rassicurarmi. Io ho continuato a stargli vicino, ad ascoltarlo anche nei momenti peggiori della malattia. Mi sono sforzata, per entrambi, di continuare a condurre una vita il più normale possibile, ho cercato di reagire sempre, perchè so che lui ha bisogno di me, come io ho bisogno di lui. Noi siamo una squadra e insieme possiamo davvero superare tutto.
Un Amore solido e felice, capace di accettarti sempre, è il più grande dono che la Vita possa farci.

Maria Grazia

[Tallulah]

Io sono fortunata.
Io e il mi fidanzato ci siamo messi insieme quando avevo 16 anni (lui 18), quando ne avevo 19 ho cominciato a stare male, sempre di più fino alla diagnosi del morbo di crohn e lui ha sopportato tutto, le giornate in casa perchè stavo male, i miei sbalzi d'umore, i pomeriggi interi a dormire dopo aver preso gli antidolorifici. Poi a 21 anni sono stata operata dopo diversi mesi in cui non potevo mangiare niente (pena dolori atroci), pesavo 35kg: ricordo che una volta per mangiare uno yogurt (una delle poche cose che potevo mandar giù) mi dovette imboccare proprio lui, perchè per me il vasetto era troppo pesante! Il post operatorio poi non mi si poteva guardare, ero uno straccio, non avevo forza ne' voglia di fare niente. Eppure non mi ha mai lasciata sola, neanche per un attimo. Adesso stiamo insieme da 8 anni, conviviamo da 2 e continua a sopportarmi nonostante le "fughe in bagno" nei posti e nei momenti più impensabili. Quando gli chiedo come riesca a sopportare tutto questo lui mi dice "io amo te, con tutto ciò che ne consegue".

[Adele]

Avere una persona che ci stia accanto quando stiamo male è qualcosa che nemmeno tutto l'oro del mondo potrebbe ripagare. Io è da un anno e mezzo che alterno momenti di benessere a momenti di riacutizzazione e la persona che mi ha aiutato a superare questi brutti momenti è stato mio marito. Lo ha fatto anche cercando di sdrammatizzare quando io vedevo tutto nero. Mi ha fatto capire che la cura e i controlli vanno fatti seriamente ma tutto il resto va accolto con ironia.
Adele

[julie84]

Ragazzi, questo si che è un tema interessante.

Fino ad un anno fa circa non ho MAI avuto il coraggio di parlare dei miei problemi di salute con i miei compagni, sceglievo di frequentare uomini superficialmente, per brevi periodi.
Poi ho conosciuto il mio futuro marito... un angelo, vede me, e non la mia malattia, ma allo stesso tempo riconosce la mia malattia come parte della mia vita e mi sostiene in ogni senso.
Per quanto sotto ogni altro aspetto la mia vita stia andando a rotoli, in amore sono stata benedetta, e sono grata per ogni giorno che mi viene regalato con il mio angelo.

Detto questo, ci sono tante persone superficiali la fuori, l'importante è non accontentarsi, in fondo, meglio soli che male accompagnati no?

[molta speranza]

Che bella questa discussione.
Io quando avevo circa 20 anni e stavo mezzo moribondo in clinica, in attesa della diagnosi di mdc, mi ricordo che la ragazza con cui stavo fece una cosa bellissima, andò a farsi una fantastica settimana bianca, che era stata già programmata prima che mi ammalassi.
Durante le mie altre esperienze sentimentali, ammetto che non ho avuto mai problemi con le ragazze che avevo.
Ho sempre parlato e "fatto vedere" in modo chiaro e deciso della mia patologia, ponendola non come un ostacolo, ma come un qualcosa che può e deve essere accettato da chi ti sta accanto.
Non siamo dei ladri o assassini, siamo semplicemente delle persone meno fortunate sulla salute, ma non per questo diverse, anzi, ho sempre pensato che la nostra malattia sicuramente ha fatto nascere in noi una maggiore sensibilità, riuscendo a farci " godere " anche delle cose più semplici che la vita ci offre. Da una parte la vita toglie e da un altra da.
Quando ho sposato mia moglie, l'unica cosa di cui mi sono preoccupato è stato sapere se le mici potessero essere trasmesse anche ai miei eventuali figli. Adesso ho due fantastici bambini belli e sani ed accanto una fantastica moglie (non infermiera) che mi ama per quello che sono. Se un giorno si stuferà di me (malattia compresa), certamente sarà terminato l'amore che ci unisce e null'altro. Chi mi ama mi segue.

luigi

[Felix84]

Bella questa discussione!
Per mia esperienza non ho avuto problemi, sono sempre stato circondato da donne che mi capivano e mi amavano per quello che sono; forse perchè mettevo la malattia in secondo piano e loro la accettavano, comunque anche perchè ne parlavo senza problemi e con il sorriso in faccia. Penso che sia l'arma migliore per farsi amare dagli altri.



Felix!

[originalsissy]

Scusate, non vorrei essere quella che dice sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato.

Ma che siamo matti che una persona non vuole stare con noi perchè siamo malati?

No dico... scusate, prima di tutto siamo autonomi, non rischiamo di morire domani, a parte alcune regole di stile di vita non è che ci sono limitazioni, non siamo morimondi e sopratutto abbiamo più vitalità noi che le persone cosidette sane.
Seconda cosa... anche se fossimo mezzi morti, o avessimo menomazioni visibili non è lecito che le persone ci trattino come lebbrosi.

Ok scusate era uno sfogo ma non concepisco ste cose. Io ti lascio perchè non ti amo più, perchè mi hai tradito, perchè non andiamo d'accordo, ma dire ti lascio perchè sei malato, è l'equivalente di "ti lascio perchè ti sei ingrassata".


Io mi sono ammalata che ero con il mio attuale compagno, sono pù di cinque anni insieme e lui mi è vicino e la malattia non ha cambiato quello che c'è tra noi anche se ha stravolto la nostra vita.

[brontolo]

Ciao
mio marito è molto chiuso e riservato e quando mi han diagnosticato nel 2003 la malattia non è stato capace (o forse io non l'ho capito) di starmi vicino come avevo, o volevo, bisogno. E' dura bisogna trovare un'equilibrio dentro di noi ma se lei ti ha lasciato non ti amava poi così tanto.

[anna laura]

Io ho avuto una storia di sette mesi con uno e le cose anche con la malattia sembravano andare bene. Appena lasciati sono stata male emotivamente e fisicamente la mia malattia sembra indistruttibile. Me l'hanno sempre detto.