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Vivere il Crohn o la Colite Ulcerosa Raccontiamo le nostre storie e i nostri problemi quotidiani. Condividiamo le nostre ansie e le nostre paure, ma anche i nostri successi ed espedienti per vivere meglio la nostra condizione.

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Vecchio 03-05-13, 11:54   #1
Laura79
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Predefinito Psicosomatica

Ciao a tutti!
Volevo raccontarvi questa cosa per capire se anche voi vi trovate in parte o pienamente d'accordo.
Da qualche mese frequento una psicologa, padrona di un cane che è il migliore amico del mio, quindi ci facciamo delle belle passeggiate insieme, e anche delle belle chiacchierate. Inevitabilmente è stato affrontato l'argomento Crohn.
Lei è stata molto delicata, si è accertata prima di potermi parlare apertamente e che io non avessi pregiudizi a riguardo.
Appena ha capito che non ero infastidita ma, anzi, che la cosa mi interessava e incuriosiva, mi ha accennato al fatto che sta studiando proprio patologie come la mia e che la componente psicosomatica, nei casi come il mio, non è affatto da sottovalutare.
Mi ha fatto delle domande e mi ha portato, sempre inevitabilmente, a parlare di mia madre, della sua depressione e del fatto che ha tentato il suicidio con me in casa, quando avevo 16 anni.
Mi ha spiegato che noi abbiamo sempre reazioni a quello che ci succede, che queste sono più o meno visibili, a seconda dei soggetti, e anche se apparentemente sembriamo superare le cose con successo o con il minimo danno, probabilmente non è così.
Le persone più sensibili, che tendono a minimizzare i propri problemi e a compiacere le persone che amano, trascurando spesso se stessi (come me), per forza di cose pagheranno a caro prezzo questo comportamento, con ripercussioni sull'organismo.
Ovviamente il discorso è molto più complesso; non è tutto imputabile solo a quello che è successo con mia madre, ma probabilmente è da lì che ho sviluppato un'insicurezza generica sui rapporti interpersonali, sembra che io abbia difficoltà a valutare correttamente i comportamenti delle persone che ho accanto, sempre da confermare come tesi, stiamo parlando di una chiacchierata e non di una seduta.
Faccio spesso degli errori che compromettono il mio benessere; un ultimo esempio è stato quello di andare a vivere col mio compagno e coi suoi genitori, privandomi della libertà che avevo conquistato a fatica un anno prima. A suo parere quel sacrificio era troppo per me, e anche se la mia mente sembrava poterlo tollerare, l'organismo si è ribellato, procurandomi non pochi problemi, che per me sono sempre relativi all'intestino (tallone di Achille, ognuno ha il proprio).

Ho fatto delle piccole ricerche, visto che queste cose mi affascinano non poco. Ho trovato opinioni discordanti anche in questo caso.
Alcuni pensano che la psicosomatica sia poco incidente quando si tratta di gravi patologie, pensano, anzi, che sia più plausibile che i disturbi psicotici possano verificarsi dopo la diagnosi.
Altri, al contrario, sostengono che sia un fattore da non sottovalutare, non solo per i problemi intestinali, ma per una serie di malattie, tra cui anche il tumore, e che addirittura con l'ipnosi si possa arrivare a trovare una causa, a lavorarci ovviamente col tempo, e che tutto questo possa portare ad un lungo periodo di benessere, o addirittura ad una vera e propria regressione della malattia.

Cosa ne pensate?
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Laura
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Vecchio 03-05-13, 16:36   #2
Adele
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Il concetto di malattie psicosomatiche negli ultimi anni si è ancora più evoluto. Adesso si parla di interazione sociobiopsichico, nel senso che la malattia non ha un'eziologia ne solo biologica (come la vecchia concezione medico/farmacologica), ne solo psicologica (come la vecchia concezione psicosomatica) ma che tante malattie, in primis quelle autoimmuni, sono il risultato di un substrato biologico sul quale si innesta quello sociale e quello psicologico.
Ormai si hanno delle prove scientifiche di laboratorio che gli eventi stressanti riescono a dare delle modificazioni umorali nelle nostre cellule e il sistema autoimmune è quello più sensibile a questi eventi.
Sono quasi 5 mesi che lavoro su questo argomento, per la mia tesi, e più vado avanti più mi si apre un mondo che non mi sarei mai aspettata.
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Vecchio 03-05-13, 20:39   #3
Liv
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Io ne sono convinta da sempre! Non ho fatto studi in merito, ma ho tratto le mie conclusioni da sola... Non a caso ci sono i detti: 'farsela sotto dalla paura' ad esempio. Io sono convinta che corpo e mente sono una cosa sola, che uno influenza l'altro in maniera inevitabile. Poi é chiaro che ognuno reagisce in maniera diversa agli eventi della vita. Ogni sensazione o sentimento che proviamo causa la liberazione di ormoni che inevitabilmente agiscono sull'organismo, anche a livello inconscio. Lavorare su noi stessi deve diventare un mezzo in più per superare le malattie e aiutarci a stare bene!
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Livia
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Vecchio 03-05-13, 22:17   #4
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La letteratura recente e conferme del mio GE smentiscono le origini psicosomatiche delle IBD, anzi confermano che le alterazioni dell'umore sono conseguenza di una malattia in fase attiva.
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Vecchio 04-05-13, 13:20   #5
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L'eziologia delle IBD sicuramente sono di origine biologica però ci sono delle concause per l'esordio che nessuno può smentire perchè ormai hanno sicurezza scientifica.
Le concause possono essere sia di origine sociale (come ad esempio eventi traumatizzanti) sia di origine psicologica (caratteri particolarmente sensibili all'ansia e allo stress).
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Vecchio 04-05-13, 15:06   #6
gioia83
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Ciao a tutti!
Volevo raccontarvi questa cosa per capire se anche voi vi trovate in parte o pienamente d'accordo.
Da qualche mese frequento una psicologa, padrona di un cane che è il migliore amico del mio, quindi ci facciamo delle belle passeggiate insieme, e anche delle belle chiacchierate. Inevitabilmente è stato affrontato l'argomento Crohn.
Lei è stata molto delicata, si è accertata prima di potermi parlare apertamente e che io non avessi pregiudizi a riguardo.
Appena ha capito che non ero infastidita ma, anzi, che la cosa mi interessava e incuriosiva, mi ha accennato al fatto che sta studiando proprio patologie come la mia e che la componente psicosomatica, nei casi come il mio, non è affatto da sottovalutare...
...
Considera che quando ho finito di leggere quello che hai scritto non ho potuto evitare gli occhi lucidi. Io ho un percorso e un vissuto familiare molto simile al tuo, ho la RCU da qualche anno e mi sto prendendo un'altra laurea in psicologia perchè mi interessano le malattie psicosomatiche.
Un mio amico d'infanzia si sta specializzando in oncologia e lui è del tutto convinto che l'aspetto spico-emotivo non c'entri nulla ma che siano cause genetico/ambientali, le responsabili della malattia, per fartela breve. Come succede in tutto il mondo esistono varie filosofie di pensiero ma a volte la medicina non riesce a spiegare tutto perchè non ha prove e controprove scientifiche ed è difficile monitorare il controllo della nostra mente sul corpo e i comandi che gli invia. Io sono fermamente d'accordo sull'aspetto psicosomatico riservandomi l'umiltà di non escludere la causa genetica ma sto imparando che ci sono moltissime correlazioni tra vissuti personali e tale malattia...
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Vecchio 06-05-13, 16:58   #7
Laura79
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Ci sto pensando dal giorno della famosa chiacchierata.
Anche io sono fermamente convinta che ci sia una chiara connessione tra mente e corpo e che non funzionando bene l'una è inevitabile avere ripercussioni sull'altro.
Questa signora non mi ha offerto chiaramente un supporto psicologico, non è andata così oltre, ma mi ha fatto chiaramente capire che potrei provare.
Sono combattuta.
Ultimamente poi, col cortisone, sono diventata ultra sensibile; specialmente la mattina. Noto una certa irritabilità e una forte propensione al pianto, cosa che prima non succedeva mai. Fortunatamente riesco a controllarmi e mi passa subito.
Io ho paura ad entrare in terapia, questa è la realtà, paura di non uscirne più, di andare avanti per anni come sta succedendo con mia madre; di perdermi ancora di più. Semplicemente non mi sento pronta e non ho neanche la voglia di intraprenderlo un discorso del genere.
Almeno per il momento è così.
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Laura
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Vecchio 06-05-13, 17:01   #8
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Io personalmente sono molto scettico sull'affidarmi agli altri per i miei problemi, sono convinto che se non sei in grado di risolverteli da solo vivrai in eterno alle dipendenze altrui. Parliamoci chiaro nel terzo mondo non esistono psicologi e vivono molto piu felici di noi nonostante abbiamo tenori di vita imparagonabili.
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Vecchio 07-05-13, 16:25   #9
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Sono d'accordo sul non affidare agli altri i problemi altrui, ma credo che si tratti di ben altro. Si parla di problemi che una persona crede di aver superato ma che, molto probabilmente, sono stati semplicemente accantonati, archiviati in angoli della mente e che restano comunque presenti. La psicologia credo serva a far riemergere problemi di questo tipo, a far fare i conti con noi stessi, con le nostre angosce, i nostri limiti. Anche se al momento non mi ritengo pronta ad affrontare un certo tipo di discorso non me la sento di sminuire la sua efficacia.
Per quanto riguarda il terzo mondo mi ritengo fortunata a dover combattere con una patologia, grave, rognosa, fastidiosa, deleteria, ma che mi permette comunque di vivere a pieno la mia vita e di valutare vari percorsi per superare i momenti difficili.
Sul fatto che vivano "molto più felici di noi" non sono affatto d'accordo. Le realtà sono totalmente diverse e non mi azzarderei neanche a paragonarmi a persone che soffrono costantemente la fame e lottano per la sopravvivenza tutti i santi giorni.
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Vecchio 07-05-13, 16:49   #10
bejelith
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Su quello che ho detto, riguardo il rapporto tra disturbi psicologici e la società in cui si vive, c'è letteratura e ricerca anche del WHO che dimostra netti cali dell'incidenza di disturbi come la depressione nei paesi in via di sviluppo. Ovviamente non stiamo a parlare del Ghana dove non è possibile avere indici di comparazione, ma di Chile, Cina, Brasile etc.
bejelith non è connesso   Rispondi citando
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