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Vecchio 08-09-11, 09:08   #16
topetta
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Quando io ho saputo di essere malata avevo solo 11 anni e per me è stata una notizia come un' altra, non ne capivo assolutamente la portata nè pensavo al futuro. Per me era quasi "normale" stare male, non conoscevo altro modo di stare e non pensavo che c' era tutto un mondo là fuori che non aveva problemi. Crescendo ho sempre visto la malattia come mia, cioè come un pezzo di Elena, come se non fosse possibile che in un universo parallelo io potessi non avere la rcu. I guai sono arrivati col lavoro, con un fidanzato che mi ha lasciata perchè avevo problemi, con la vera vita reale al di fuori del guscio della famiglia. Ma la mia vera crisi e forse la vera realizzazione della portata della mia malattia l' ho avuta con la nascita del mio bambino. Mi distruggeva il vedere ricadere su di lui i miei problemi: avevo la diarrea e la febbre? dovevo mandarlo dai nonni. Gli avevo promesso i giardini? mi era venuto un attacco di diarrea improvvisa e non potevo allontanarmi dal bagno....Il ricovero all' ospedale quando lui aveva solo 2 anni.... e potrei continuare all' infinito. Qui ho davvero sentito la differenza tra le mamme che erano un vero vulcano di energia e me. La cosa che mi ha regalato la malattia? sicuramente riconoscere i veri amici, riconoscere i miei limiti, riconoscere tutto un mondo interiore che una persona sana non è portata di solito a conoscere. Un viaggio introspettivo senza ritorno e che penso durerà per tutta la vita. Io senza la rcu non sarei io e per questo devo dirle grazie.
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