Discussione: Famiglia
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 18-10-13, 12:14   #17
Ory90
Moderatore
 
L'avatar di Ory90
 
Data registrazione: 20-03-10
Messaggi: 896
Predefinito

Cari amici e compagni di avventura, riprendo questo post perché mi è appena capitata l'ennesima stranezza e vorrei parlarne con voi. Per quanto riguarda la mia famiglia, principalmente siamo io, i miei genitori e mio fratello a vivere la mia malattia. Gli altri parenti lo sanno ma non condivido la mia malattia con tutti, preferisco con i miei familiari più stretti. Mio padre è un caso rarissimo. Gli è stata diagnosticata la RCU a 29 anni e nel giro di 3/4 anni a una successiva colonscopia era sparito tutto!! Mio padre è guarito dalla RCU! E badate che gli è stata diagnosticata da un luminare dell'epoca, non c'era proprio possibilità di sbagliarsi. Tant'è che questo medico, quando ha parlato con mio padre dopo l'ultima colon gli disse: 'Se non te l'avessi diagnosticata io, penserei a un precedente errore di diagnosi'. Quindi mio padre ha vissuto il mio stesso calvario anche se per un 'breve' periodo. Ovvio e scontato dire che mio padre mi sembra sia quello che tra tutti mi capisca di più e soprattutto quello che mi prende di più sul serio. Abbiamo un rapporto stupendo e lo abbiamo sempre avuto. Mio fratello ha 20 anni, vive la sua vita in maniera molto serena e, anche se mi sta vicino, non penso capisca in pieno cosa provi realmente. Adesso veniamo a mia madre. Ultimamente sotto l'aspetto 'RCU e stress' non andiamo molto d'accordo. Mi spiego subito. Premetto che con mia madre ho un bellissimo rapporto, è sempre presente, una di quelle madri che preferirebbero prendersi a vita una qualsiasi malattia piuttosto che far soffrire i propri figli anche per un solo giorno. Solo che, come dicevo, abbiamo delle visioni diverse. E' verissimo che questa malattia è alimentata tantissimo dallo stress e dall'ansia. Da quando mi è stata diagnosticata la RCU (Luglio 2009, avevo 19 anni), sono diventata estremamente ansiosa e suscettibile allo stress. Poi subito dopo mi sono trasferita a Messina, a 300 km da casa mia con collegamenti quasi inesistenti che scoraggiano qualsiasi voglia o bisogno di tornare a casa ogni settimana. Bene: la somma tra la RCU, il distacco da casa, andare a vivere con 3 ragazze che non conoscevo e la pesenza in quella casa di un unico bagno senza finestra, hanno scatenato in me ansia e stress a mai finire. Io a Messina sono pressoché sola, anche se ho un fidanzato stupendo. Non ho vergogna di dire che soffro molto la lontananza da casa, specialmente con la malattia che mi porto dietro. Sono molto legata ai miei familiari e alla mia casa. Mia madre adesso è convinta che tutte le volte che sto male e sono a Messina, sia solo paura e ansia. E' convinta che ho a tal punto paura che riesco a farmi venire i dolori. E quando lo dice mi fa morire dentro, perché ormai si è fissata così, che la mia è solo paura. Infatti dice che appena esco dall'uni sto meglio, perché mi rilasso. A volte è vero e a volte no, ma tanto lei ormai è convinta che la mia è solo paura. Adesso non capisco che idea abbia di me, di una che scappa in preda al panico, che vuole tornare a casa, che non riesce a gestire lo stress... Boh! So solo che oggi l'ho chiamata per dirle che stavo tornando a casa prima (sto facendo una cura con clisteri la sera, a caura di una riacutizzazione dovuta allo stress per un esame importante e questi clisteri ogni tanto la mattina mi danno problemi) e mi sono sentita dire che dalla voce si capiva che stavo benissimo, che la mia è solo paura, che tanto tornando a casa non avrei avuto niente, che potevo restare a lezione e così via. A parte il fardello che ho, devo pure sentirmi dire queste cose. Messina mi stressa tantissimo, l'idea di essere a 300 km da casa (e con i mezzi pubblici sono 7 ore di viaggio) mi fa sentire sola, sola con la mia malattia. Ora sinceramente non capisco per quale motivo mia madre si sia fissata sul fatto che la mia sia paura. La mia è ansia e lei dovrebbe capirlo bene, visto che ne soffre da una vita.
Ory90 non è connesso   Rispondi citando