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PierPaolo 17-08-05 21:46

Il rapporto paziente-medico
 
Considerata la natura cronica della nostra malattia siamo destinati a dover instaurare un serio rapporto paziente-medico. Come possiamo ottenere di più dal nostro medico di base, dal nostro gastroenterologo e dai medici con cui veniamo in contatto?

PierPaolo 17-08-05 21:59

Ormai la nostra giornata è una corsa continua. Per andare al lavoro, fare la spesa, facende di casa, cucinare, impegni familiari, impegni straordinari ecc.
Le persone con cui veniamo in contatto spesso sono di fretta anche loro, o comunque non possono darci più di una certa disponibilità.
Anche i medici, generici o specialisti non fa differenza.
Dipende da noi riuscire a spiegare in quei pochi minuti che ci vengono concessi i nostri problemi di salute e ed eventuali domande.

Personalmente ormai consapevole che ho pochi minuti per esporre i miei problemi, mi preparo prima cosa dire. Evitando di divagare.

Rosy 17-08-05 22:38

io vado dal medico, sia generico che specialista, con una piccola nota dove ho appuntato tutto, dai sintomi a domande su terapie ecc...ma anche così sento la freddezza del rapporto e spesso metà delle cose annotate non vengono chieste

PierPaolo 17-08-05 22:47

Citazione:

Originalmente inviato da Rosy
io vado dal medico, sia generico che specialista, con una piccola nota dove ho appuntato tutto, dai sintomi a domande su terapie ecc...ma anche così sento la freddezza del rapporto e spesso metà delle cose annotate non vengono chieste

Si capisco cosa vuoi dire, perchè a volte capita anche a me.
Una volta il medico ascoltava e parlava col paziente. Aveva modo di sapere se aveva problemi in famiglia o nel lavoro.
Conosceva anche gli altri familiari e la loro storia.
Non curava un sintomo o una malattia in generale. Curava prima di tutto una persona. Il medico nel fare la diagnosi e prescrivendo la cura aveva un quadro completo del malato, con le sue malattie e i suoi problemi.
Curava insomma corpo e mente.
Oggi la nostra medicina cura le malattie, non il malato nella sua interezza.
Risultato? Il medico viene percepito come una specie di impiegato che non sempre riesce a curare in modo soddisfacente.

cicas 06-09-05 18:14

bisogna armarsi di buona faccia tosta ed andare a rompere le scatole fino a quando nn ci ascoltino, cosa ke io nn ho purtroppo, x nn disturbere il mio "luminare" ho riskiato un emorraggia interna e mi sono dovuto anke sentirmi dire "ma xkè nn mi kiamavi subito?" ...ma dove lo kiamavo se nn c'è mai o se c'è è impegnato? l'educazione alle volte nn paga.

Stefania 06-09-05 21:03

Tendo ad aspettare prima di chiamare il medico sperando in un fatto passeggero e di scarsa importanza ma quando devo farlo mi pongo una serie di problemi spaventosa, e questo a volte mi fa dimenticare di dire cose importanti. In genere preferisco prendere appuntamento, poichè si tratta quasi sempre di visite private, hanno tempo e si dimostrano disponibili. Ultimamente però devo dirmi fortunata, ho trovato due medici veramente disponibili che sono reperibili quasi sempre, i problemi me li faccio io!

Christian 06-09-05 23:06

un rapporto di piena fiducia reciproca col mio gastro...non aggiungo altro!!

nadi 17-09-05 09:29

gastro
 
Ciao!

Sono contenta del mio gastro....è sempre disponibile e paziente con me anche se, dato che è primario, ha mille impegni. Quando sono ricoverata mi dedica tutte le attenzioni possibili e ha instaurato un ottimo rapporto anche con i miei genitori. Quando mi dimette mi dice di andare ai controlli periodicamente e di chiamarlo per ogni problema. Inoltre ha una giovane assistente che è simpatica e gentile e mi ha dato anche il suo numero di cellulare. Il problema però sono io..........esco dall'ospedale e non mi faccio più sentire nè vedere fino a che non peggioro la mia situazione...così chiamo e il giorno dopo sono nel letto "bianco" con tutti i rimproveri del caso!!! Non so perchè sono così scema...eppure ho spesso riaccutizzazioni, anche quando sono in remissione non stò mai proprio bene bene....

infermiera.sorriso 17-09-05 11:09

personalmente consiglierei di essere i primi medici di noi stessi. solo dopo, a ragion veduta, si interpelli il medico. lo so che non è facile rimanere freddi e razionali quando si sta male come solo noi sappiamo... ma anche così si cresce e si diventa forti. io, personalmente mi aiuto con prodotti di cura alternativi alla classica terapia che, peraltro non sono costretta ad utilizzare.assumo ogni mattina 50 ml. di aloe vera (ditta Zuccari...è la migliore ) si trova nei negozi di alimenti naturali o erboristerie serie e,a cicli alterno con estratto di papaia 'immunage' che compro in farmacia.direi che ne traggo giovamento. quando sono particolarmente gonfia bevo parecchie tisane di finocchio e, quando le bevo incremento la diuresi e,di conseguenza, l'edema infiammatorio che avverto ai visceri, sento che diminuisce ripermettendo al transito di riprendere. il gonfiore da infiammazione lo avverto molto nel periodo ovulatorio e mi chiedo se anche a qualcun'altra di voi capita.
certo, spiegare queste cose ad un medico passi per pallosa,pesante,fissata per cui le confido a voi. Io spesso,faccio notare ai medici l'incongruenza delle loro proposte, gli elementi mancanti alle loro competenze e, salvo i prepotenti e presuntuosi,spesso restano senza risposte. Capisco anche che 20 anni di esperienza professionale, la mia, mi agevolino... spesso sento commenti fatti alle spalle di malati particolarmente 'pesanti' solo perchè fanno troppe domande è non immaginate quanto mi incazzo...e quanto lo esprima!!!! CORAGGIO,ascoltiamoci di più E NON PERDIAMOCI DI ANIMO.spero potervi essere di aiuto e/o sostegno. IO CI SONO E SONO DISPONIBILE A PORTARE LA MIA ESPERIENZA ED IL MIO BAGAGLIO PROFESSIONALE. CIAO A TUTTI.

PierPaolo 17-09-05 13:04

Citazione:

Originalmente inviato da infermiera.sorriso
personalmente consiglierei di essere i primi medici di noi stessi. solo dopo, a ragion veduta, si interpelli il medico. lo so che non è facile rimanere freddi e razionali quando si sta male come solo noi sappiamo... ma anche così si cresce e si diventa forti.
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CORAGGIO,ascoltiamoci di più E NON PERDIAMOCI DI ANIMO.spero potervi essere di aiuto e/o sostegno. IO CI SONO E SONO DISPONIBILE A PORTARE LA MIA ESPERIENZA ED IL MIO BAGAGLIO PROFESSIONALE. CIAO A TUTTI.

Condivido quanto affermi anche se si diventa medico di se stesso solo dopo una convivenza di diversi anni con la malattia.
L'esperienza insomma non si può avere da un momento all'altro e non può esserci trasmessa dagli altri, se non in minima parte.
Non dobbiamo illuderci che la "nostra cura" o la "nostra strategia" possa andare bene a tutti, ma sicuramente parlarne offrirà degli spunti di riflessione a chi ci legge. :)


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