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Visualizza versione completa : crohn e vita familiare


NICOLE
09-04-08, 13:20
Da quando i dottori mi hanno diagnosticato il morbo di crohn i miei genitori non hanno più smesso di preoccuparsi. Sono sempre agitati e troppo premurosi nei miei confronti. Mia madre, in particolare, ogni volta che devo andare ad una visita o ricovero inizia ad agitarsi una settimana prima. Incomincia a soffrire di insonnia. Sono stata costretta a non farmi neanche accompagnare alle visite perchè si agitano ancora di più. Cerco di tenerli il più possibile sereni nascondendogli un pò le cose. Inizialmente si sentivano anche tanto in colpa... sembrava che la mia malattia dipendesse esclusivamente da loro. Si sentivano tremendamente in colpa. I vostri genitori come vivono la cosa?

diavolita87
09-04-08, 13:43
Mio padre diciamo che ne sta quasi fuori, non per disinteressamento ma perché sa che preferisco il supporto di mia madre e preferisco parlarne con lei.
Mia madre, invece, é molto attenta, prenota e mi accompagna a fare le visite dal gastroenterologo e mi supporta psicologicamente nei periodi di sconforto; non me l'ha mai detto ma io penso che, da una parte, lei si senta un pò in colpa perché sulla mia malattia forse ha influito anche l'ereditarietà (difatti anni fa mia mamma ha sofferto anche lei di RCU).

patt
09-04-08, 14:00
Io ho iniziato a parlarne sinceramente con loro da circa due anni, so che si spaventano tanto, non voglio che stiano in ansia per me. Mi accompagnano sempre dal dottore e cercano d'informarsi il più possibile.

mainà
09-04-08, 14:30
Io purtroppo ho perso il mio papà quando avevo 15 ani a causa di un infarto, da quel momento io e mia madre rimaste sole (mia sorella e mio fratello molto più grandi di me erano già sposati) siamo entrate in simbiosi. L'una dipendeva dall'altra; soprattutto mia madre dipendeva "psicologicamente" da me.
E' facile immaginare cosa sia potuto accadere quando a 18 anni iniziai a soffrire di colite ulcerosa. IL PANICO. L'ansia aveva preso il sopravvento su tutto: non potevo andare in bagno che la ritrovavo fuori con un " com'è andata? Hai visto sangue?" etc etc, ogni cosa la insospettiva: una telefonata, una chiacchierata con mia sorella, per non parlare di quando si avvicinavano gli esami universitari, mi creava più stress lei di tutto il resto; quando andavo dal medico era terrorizzata.
Così ho iniziato a mentirle sminuendo i problemi, proprio per una questione di sopravvivenza, non mi sono più fatta accompagnare alle visite dal GE, le dicevo che gli esami si sarebbero tenuti 15 giorni più avanti della data stabilita e via così. Ancora adesso, ho 40 anni, quando mi chiede come va le dico che sto sempre bene... o al massimo che ho una piccola ricaduta. Non so se ci crede ma almeno non palesa la sua preoccupazione. Sinceramente non riuscirei a sopportare anche la SUA ansia.

bizzo2004
09-04-08, 14:49
Invece i miei genitori hanno un modo totalmente diverso di reagire. Mio padre che mi adora, ogni volta che devo fare un esame dimagrisce e non dorme dalla preoccupazione, mia madre invece alle volte si scorda pure. Non che lei non mi voglia bene, ma avendo avuto un cancro all'intestino considera tutte le altre malattie una bazzecola, meglio così.

Antonellac
09-04-08, 17:04
Apprensiva fino allo sfinimento, lo è mia zia nei miei confronti (per me è come se fosse mia madre, dato che mi hanno cresciuta lei e mia nonna, ma peggio perchè a volte le mamme, se intelligenti sanno che devono fermarsi e non oltrepassare un certo confine, e questo, lei, non avendo avuto figli non lo capisce. Lo è al punto che l'anno scorso, quando ho fatto la colon di controllo, nonostante ci fosse mio marito è arrivata anche lei in ospedale a "controllare" che tutto fosse a posto e se fosse per lei ogni volta che vado a fare gli esami del sangue verrebbe, così o la avviso a cosa fatta o la chiamo quando sto per entrare in laboratorio all'ultimo secondo. Credo che tutta questa sua apprensione nasca dall'avermi visto quando stavo male la prima volta, ma soprattutto la seconda quando mi hanno operato d'urgenza ed ero piegata dal dolore (nel senso che ero proprio piegata in due nel lettino del ps, scossa da conati di vomito continuo e dalle fitte che aumentavano di intensità nonostante gli antidolorifici) tanto da non avere voce per rispondere quando mi chiedevano informazioni. Per questo a volte mi capita di raccontarle delle piccole bugie, altrimenti poi si spaventa e va in tilt.

nadi
09-04-08, 18:58
Mio papà soffre di colite ulcerosa. Per vari anni è stato molto male ma poi la malattia si è stabilizzata e ora fa periodicamente i controlli, ma stà abbastanza bene. Di certo è preoccupato per me e quando sono stata male era in ansia, ma non lo dà mai a vedere. Comunque non vivendo con mia mamma, per cui con me, non "vive" ogni mio malessere. Inoltre io mi confido soprattutto con mamma con la quale ho un ottimo rapporto. Lei ha dovuto affrontare i brutti periodi di mio papà e poi i miei, diciamo che sa come prendere la situazione, anzi è molto forte quando si tratta di farmi coraggio. Due anni fa quando mi hanno dovuto operare a Bologna, lei si è trasferita lì e tutta sola ha affrontato quel periodaccio. Fuori della sala operatoria per oltre otto ore non oso pensare cosa avrà patito. Ricordo poi quando ero intubata in terapia intensiva che avevo una gran paura, non sapevo cosa fosse successo e se ne sarei uscita, ebbene lei ogni volta che entrava aveva il sorriso sulle labbra, chissà quanti pianti si faceva, ma mai lì di fronte a me. Ebbene quella è stata la vera forza grazie alla quale ho lottato e vinto la mia grande battaglia! Grazie mamma!

betta
12-04-08, 15:19
Anche mia madre è la persona che mi è stata accanto nel bene e nel male, con lei ho affrontato le prove più dure e come nadi, quando mi sono trovata in terapia intensiva, era sempre lei che mi dava coraggio e mi confortava, è lei ad occuparsi di mia figlia durante i miei ricoveri (sono una madre single).
Mia figlia è una grande e mi incoraggia nei momenti peggiori: "dai mammma vedrai che passa presto", queste sono sempre le sue parole.
Senza di loro mi sarei lasciata andare tempo fa!

Nunzio
12-04-08, 15:45
I miei non sanno nemmeno cosa vuol dire colite ulcerosa, quando stavo male e non sapevo che fosse, ho prenotato la colonscopia e non sono nemmeno venuti, sono andato col padre della mia ragazza che fondamentalmente è poco meno di un estraneo.
L'unica cosa che fanno è quella di andare dal mio medico, farmi prescrivere le medicine e spedirmele visto che sono da due anni e mezzo fuori casa.
La mia malattia la vivo da solo e quando mi chiedono come sto dico sempre "bene bene".
Gli unici che si interessano a me sono i genitori della mia ragazza però non mi va mi stressarli.

mamarco8
13-05-08, 13:00
Ciao a tutti, da questo punto di vista forse dovrei ringraziare il crohn... non che prima non ci fosse rapporto tra me mio padre e mio fratello, anzi siamo davvero una famiglia unita, però questa malattia ci ha sicuramente legati più di prima e io faccio meno fatica ad ammettere che ho un problema e che a volte sto male.
Ci siamo trovati in un momento dal fingere che tutto andava per il meglio a dover telefonare a mio padre dall'ospedale mentre preparavano la sala operatoria per essere operato d' urgenza, pensava di perdermi, mi ha poi detto, come del resto pensavano di perdermi i miei amici e la mia ragazza.
Mio fratello vedeva nei giorni precedenti che avevo dei problemi ma non gli ho mai dato la posssibilità di farsi un' idea precisa di quanto stavo male, ho ancora davanti agli occhi l'espressione sua della sua compagna e di mio nipote quando mi hanno visto nel letto di ospedale con tutti quei tubi.
Quindi voglio dare la mia testimonianza di quanto sia importante condividere questi momenti di dolore e di serenità quando ci sono con genitori amici e affetti perchè sapranno cosa dirci, come affrontarci, quando parlare seriamente e quando scherzarci su e noi sappiamo di quanto ne abbiamo bisogno.

nunzia
13-05-08, 15:08
Bhè che dire... beato te, io non ho mai avuto un rapporto bello con la mia famiglia, a me il crohn me l'hanno diagnosticato un mese dopo che sono andata a convivere e mia madre si, viene con me a fare le varie visite e colon, però mi dice sempre "sei a casa tua e veditela tu". I genitori del mio ragazzo invece, sono cosi premurosi con me, mi comprano i cibi alternativi a quelli che non posso mangiare, si preoccupano.
Per finire il mio ragazzo che non fa altro che dirmi che sto sempre male, ma a volte capisce il dolore che ho ed è premuroso!

bibi
15-05-08, 20:25
I miei genitori sono stati molto premurosi nei miei confronti, quasi soffocanti credo.
Il loro dolore andava oltre al mio e questo per molti anni mi ha condizionato, anche perchè tutto doveva essere come dicevano loro, ero tenuta in una bolla di vetro fino a quando, non ho deciso di andare via di casa.
I primi periodi sono stati duri ma adesso tutto va meglio io ho la mia vita e loro ne fanno parte, senza per forza dover decidere per me, capiscono, mi stanno vicino, ci sono sempre ma sono io adesso a decidere per me.

Paola08
10-07-08, 07:43
Vade retro. Soprattutto i genitori. Restano fermi alla fase di rifiuto, sviluppando, nel tempo, comportamenti ambivalenti che li rendono o soffocantemente apprensivi, o paradossalmente superficiali. Nel caso di mia madre addirittura le due fasi si alternano senza alcuna ragione apparente. Non è che non li ami, però tendo a tenerli fuori il più possibile dalla mia vita in generale e dalle problematiche del mio mc in particolare.

sarettah1988
15-03-09, 19:39
Chi come me non parla molto con i propri familiari della propria malattia per non farli soffrire, è molto utile potersi sfogare con una persona che comunque non avrà mai niente a che fare con la propria vita, ma soprattutto che rimarrà solida qualsiasi cosa voi le raccontiate.
Voi che tipo di rapporto avete da questo punto di vista con la vostra famiglia? Io sinceramente ho serie difficoltà a raccontare ai miei genitori delle mie ricadute e dei miei sintomi, perchè poi dovrei gestire pure le loro ansie oltre alle mie.

Alymeraviglie
16-03-09, 09:23
Anche io non parlo molto a casa della mia malattia.
E' stato difficile all'inizio far capire di cosa si trattava.
Diciamo che nei periodi più duri mi sfogo molto con mia madre, anche se credo che entrambi i miei genitori stanno sofffrendo molto per me in silenzio e mi tengono d'occhio cercando di non farsi accorgere.

Per un genitore un figlio sofferente è il dispiacere più grande.

lety1679
16-03-09, 09:47
Con mia madre parlo tranquillamente di come sto, ovviamente si preoccupa quando sto male ma riesco a tenere a bada la sua ansia, visto che sono sposata e non abito con lei. L'unico problema è che lei vorrebbe che mi curassi con sedute di reiki e medicine omeopatiche, due soluzioni che decisamente non condivido!
Mio padre invece è molto schivo, se sto male ha qualche parola di conforto ma niente di più. Sicuramente gli dispiacerà quando sto male ma non lo dà a vedere.

Comunque la mia salvezza è stato mio marito, non so come avrei fatto senza di lui!