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Visualizza versione completa : Lavoro e colite: possono coincidere?


gyo77
02-05-07, 15:19
Ciao a tutti, non so voi, ma far coincidere le due cose per me e molto difficile, soprattutto perchè non posso dire che soffro di questa malattia (se no mi cacciano). Il mio lavoro mi porta spesso per lunghi periodi (4-6 mesi) fuori dall'Italia e lontano dalla tranquillita' di casa dove poter seguire una cura adeguata per la rettocolite ulcerosa. Voi come fate?

BUGI
03-05-07, 13:15
Nessun datore di lavoro puo' licenziare un dipendente per motivi di salute.
Personalmente cerco di assentarmi il meno possibile ma quando non c'e' alternativa ne abbiamo tutto il diritto.

gyo77
03-05-07, 17:03
Dipende dal lavoro! Il mio richiede una sana costituzione.

BUGI
03-05-07, 17:29
Credo che eventualmente potresti essere ricollocato a svolgere un'altra attivita' che invece non richieda una particolare condizione fisica. Puoi informarti presso i sindacati dei lavoratori attivi presso il tuo luogo di lavoro o direttamente alle sedi locali.

faffi.raffi
18-08-07, 12:23
Se veramente hai dei grandi problemi ti consiglio di fare una visita per la dichiarazione della % di invalidità di cui puoi avere diritto. Se poi la tua percentuale è alta e ti dà diritto ad un posto da invalido, beh puoi metterti in lista e mentre continui con l'attuale lavoro, attendere che ti venga assegnato un posto con agevolazioni.
Io devo fare la revisione per la mia percentuale che attualmente non mi permette nè la riduzione dell'orario di lavoro, nè l 'inserimento nella lista, ma è meglio così, vuole dire che non sei fra coloro che stanno veramente male.

cri78
23-08-07, 16:55
Ciao, io ho il crohn diagnosticato da 7 anni, negli ultimi 3 anni son stato male sul posto di lavoro 2 volte, una volta son stato a casa 8 mesi, ora sono a a terra in cura a Miami da 45 giorni, a spese del mio datore di lavoro.
Sto all'estero in media 8 mesi l'anno e per me è difficile seguire una cura vera e propria, alimentazione, visite...
Lavoro sulle navi da crociera, la malattia è comparsa poco dopo la mia assunzione e finchè non si è manifestata parecchio tempo dopo, non ne ho mai parlato con l'ufficio e va bene così.
Però sto pensando ad avvicinarmi.
Per uno che lavora all'estero le MICI sono un po problematiche, ma se si ha forza di volonta, e fare il proprio mestiere aiuta moralmente. Secondo me bisogna andare avanti e non farsi intimorire, se uno lavora bene , non vedo perchè lo debbano licenziare quando sta male, a me potevano mandarmi a casa dopo 4 giorni di ospedale, visto che subito dopo stavo bene, lo ho chiesto più volte e mi tengono ancora quà.
Vuol dire che intenzioni di licenziarmi non ne hanno, dopo anni che lavoro, e non ho mai creato problemi.

ELE
03-09-07, 17:10
A me la rcu causa tanti di quei problemi anche quando non ho una recidiva.
La vita mi è cambiata completamente, anche io mi sono assentata da lavoro per sei mesi, ero a contatto con la gente e vedevo tantissime persone al giorno quindi non era proprio il massimo per me. Ho fatto prima richiesta di un lavoro non a contatto con il pubblico in modo tale da evitare situazioni imbarazzanti, nel frattempo mi hanno dato l'invalidità e quindi la possibilità di iscrivermi alla lista per il lavoro agevolate (o come si dice). Successivamente poi mio marito ha aperto un'attività e io sono andata a lavorare con lui in ufficio, con il bagno pulito e senza vedere 60 persone al giorno. Mi è spiaciuto abbandonare il mio precedente impiego proprio perchè ero a contatto con tante persone, ma nella mia situazione era diventato straziante! Ora se ritardo a lavoro perchè sono stata un'ora al bagno, fortunatamente, non mi devo giustificare e non creo problemi.
Molte volte per me è difficoltoso spostarmi, non so come facciate voi a viaggiare così tanto.

primo1963
07-01-08, 22:35
Ciao a tutti, non so voi, ma far coincidere le due cose per me e molto difficile, soprattutto perchè non posso dire che soffro di questa malattia (se no mi cacciano). Il mio lavoro mi porta spesso per lunghi periodi (4-6 mesi) fuori dall'Italia e lontano dalla tranquillita' di casa dove poter seguire una cura adeguata per la rettocolite ulcerosa. Voi come fate?

Nessuno può essere licenziato, se non per giusta causa.
Anch'io svolgo un'attività lavorativa dove l'integrità fisica è un requisito imprescindibile. Ho dichiarato la malattia ed ora attendo - da parte della commissione medica militare - anche il riconoscimento di causa di servizio; non certamente il licenziamento.

nadia83
08-01-08, 22:15
Ho studiato per diventare parrucchiera, infatti ho lavorato da 3 parrucchieri e tutto andava bene. Dall'ultimo invece sono stata male e la titolare mi ha lasciata a casa.
Poi mi sono iscritta agli invalidi e ho il 48%, grazie a quello purtroppo o per fortuna ora lavoro da 4 anni in una ditta dove sono seduta e non faccio fatica. I miei titolari sanno del problema, quanto tempo sto a casa e non potranno mai licenziarmi.
Almeno lavorativamente per fortuna le cose vanno bene.

pietroEbasta
16-01-08, 22:24
In un mondo perfetto noi avremmo giustamente agevolazioni per svolgere il nostro lavoro senza farci subire il nostro handicap.
Purtroppo il mondo non e' giusto, noi vogliamo comunque avere lavori gratificanti e remunerativi, al pari di chi non ha i problemi che dobbiamo affrontare noi giornalmente.
Bugi ha davvero tutte le ragioni per quello che ha detto nei suoi inteventi, pero' a me e' successo di essere impiegato per anni in una tv americana a Londra. Dopo un paio di anni di impiego il mio compagno Crohn mi ha costretto a ridurre i giorni di lavoro. Mi sono stati garantiti ogni appoggio e disponibilita': part time e tempo libero per seguire cure e operazioni e quant'altro. La mia incapacita' di garantire un lavoro continuativo e stabile, mi relego' a ruoli sempre piu' marginali.
Ora cerco di mantenere i miei datori di lavoro all'oscuro della mia malattia, se non sono costretto. Come diceva Cri78, forza di volonta' e pride for our jobs. La posizione sociale che deteniamo da comunque soddisfazione.

Muffla
19-01-08, 14:55
Lavoro nel negozio di frutta e verdura di famiglia, fortunatamente posso permettermi di fare ritardi quando non sto bene, ed eventualmente assentarmi. Ma probabilmente, dato che non riesco ad andare minimamente in remissione, in qualsiasi altro posto di lavoro mi avrebbero già lasciata a casa.
Ho fatto tre mesi da un commercialista, per uno stage, e sono stata a casa due giorni, e fatto tre ritardi, di mezz'ora nemmeno e già mi guardavano tutti male nonostante avessi spiegato la mia malattia. Per altro uno stage, manco pagata, non è che gli interessava se andavo o meno insomma..